E’ diretta ad evitare il dramma dell’abbandono e a ricreare un ambiente familiare sereno per il minore nel cui interesse si agisce.
I requisiti sono:
Competente a emettere entrambi i provvedimenti è il Tribunale per i minorenni nel cui distretto si trova il bimbo abbandonato.
L’adozione vera e propria è preceduta dall’affidamento pre-adottivo e, una volta intervenuta, spezza ogni vincolo di parentela fra il minore e i suoi familiari naturali, conferendo al bambino lo stato di figlio legittimo degli adottanti.
Con la legge 28 marzo 2001, n. 149 sono state introdotte alcune modifiche: l’elevazione della differenza massima di età fra chi adotta e l’adottato a 45 anni; la possibilità per i figli adottivi di conoscere le proprie origini biologiche; l’affidamento dei bambini a famiglie o a comunità di tipo familiare e non più agli istituti , che, a partire dal 2006, dovranno sparire. La nuova legge inoltre riconosce le convivenze civili: sono sempre solo le coppie sposate a poter adottare un bambino, ma tra gli elementi di stabilità della coppia adesso è possibile considerare anche gli anni di convivenza. Inoltre, la differenza massima di età tra genitore e figlio adottivo è di 45 anni (e non di 40 anni). Tra le altre novità, il fatto che i minori se capaci di discernimento debbano essere ascoltati sempre, e il dovere per i Tribunali di informare gli aspiranti genitori adottivi sullo stato del procedimento.
Interventi previsti
L’adozione, in quanto esperienza di accoglienza di un minore in stato di abbandono, richiede da parte della coppia adottiva un complesso “lavoro mentale” finalizzato a superare le resistenze relative all’accettazione della storia del minore. Tali resistenze sono spesso correlate alla mancata procreazione che richiede un complesso processo di elaborazione. Una buona abilità introspettiva nonché la capacità di investire su modalità genitoriali, non necessariamente di natura biologica, sono funzionali ad una scelta adottiva consapevole. E’ necessario pertanto, nella fase di valutazione, accertarsi che vi sia nella coppia un buon livello di consapevolezza circa il significato dell’essere genitore “non biologico”. Proporre, a chi è interessato al percorso dell’adozione nazionale e/o internazionale, occasioni di confronto con figure professionali che orientino nella scelta, rappresenta una modalità innovativa mediante la quale offrire, oltre ad informazioni circa l’iter da seguire, anche spunti di riflessione rispetto alle implicazioni psicologiche correlate all’esperienza adottiva. L’iter valutativo, se preceduto da un percorso formativo strutturato, finalizzato a potenziare le risorse personali e di coppia, funzionali all’assunzione del ruolo di genitore adottivo, diventa un peculiare spazio di consultazione. In tale contesto la coppia, abbattute gran parte delle resistenze nei confronti degli operatori psicosociali, ha maggiori possibilità di esplorare e consapevolizzare desideri, aspettative e timori che ruotano attorno al bambino “immaginato” e “reale”. Il clima di fiducia, così instauratosi, rappresenta, sul piano relazionale, lo “sfondo” ottimale su cui costruire un rapporto continuativo con l’utenza, che possa colmare i vuoti creati dalle lacune legislative. L’inevitabile cambiamento, che le dinamiche familiari e di coppia subiscono sia nella fase di inserimento del minore, che in quella successiva di integrazione, necessita di un percorso di sostegno, da attuare anche in contesto di gruppo, che si configuri come spazio per la consapevolizzazione, l’accettazione e la metabolizzazione sia del vissuto del minore che dei processi intrapsichici e relazionali, legati all’esperienza adottiva. Al fine di prevenire l’insorgenza di crisi familiari e di coppia e quindi di un eventuale fallimento dell’esperienza di accoglienza, si ritiene opportuno altresì coinvolgere tutti gli attori dell’adozione, compresi il minore adottato ed eventuali altri figli biologici o adottivi nelle iniziative di sostegno proposte dal Servizio.
DESTINATARI
Al fine di incrementare le richieste di consulenza psico-pedagogica da parte dei genitori adottivi e degli insegnanti è attivo:
Al fine di incrementare le conoscenze circa le peculiarità della genitorialità “non biologica”, si realizzano:
Al fine di incrementare le richieste di consulenza psicologica da parte di coppie e/o famiglie interessate all’esperienza dell’adozione si creano:
METODOLOGIE utilizzate
RISORSE STRUMENTALI
INCONTRI
Al fine di promuovere la cultura sugli affidi e le adozioni il Comune ha promosso, e continua a promuovere, incontri con la cittadinanza e i responsabili del settore.