Descrizione
Alla destra della fontana del tritone in Piazza Garibaldi si trova Corso Vittorio Emanuele, uno dei principali corsi della città, che insieme a corso Umberto I°, delimita i confini dei quattro quartieri storici di Caltanissetta. Il corso era anticamente una strada molto angusta e stretta, essendo non poco distante dalle mura di confine della città, che terminava dove ora sorge la Chiesa Santa Croce. Deve attendere l’Ottocento per assumere l’aspetto contemporaneo e per veder sorgere i molti i palazzi nobiliari che vi si affacciano. Come il Palazzo della Camera di Commercio che rappresenta un punto di riferimento molto importante per la vita economica della città e di tutta la provincia nissena che al tempo della sua istituzione, 1862 era viva e in continua espansione.
A pochi passi si trovano il Palazzo Barile e la casa Barile ed è possibile ammirare l’unica torre rimasta delle quattro che identificavano la casa del Magistrato. Sempre sul Corso Vittorio Emanuele sorge il Teatro Regina Margherita nato per volere popolare grazie ad una petizione che volle fortemente la costruzione di una sede adeguata per le attività culturali e le rappresentazioni teatrali, che fino all’inizio dell’Ottocento erano tenute in un piccolo teatro in legno. Nel 1873 viene così battezzato con il nome Teatro Principessa Margherita e qualche anno dopo viene inaugurato con il “Macbeth” di Giuseppe Verdi.
Continuando la passeggiata si può fare una breve sosta nella piazzetta intitolata a Michele Tripisciano, nato a pochi passi e nella quale sorge un busto in marmo dell’artista nisseno nato nel 1860 ed apprezzato scultore dell’epoca sia a livello nazionale che internazionale. All’epoca delle miniere di zolfo la piazzetta Trispisciano era il punto di raccolta per le tante carrozze che conducevano i minatori delle miniere percorrendo la Via Xiboli, che era allora una strada extra urbana, lasciando mogli e madri ad aspettare il ritorno, non sempre certo, degli uomini a fine giornata. Lo slargo offre una vista molto suggestiva del corso che termina con l’antica chiesa di Santa Croce meglio nota ai locali come chiesa della Badia, costeggiata dal monastero fondato nel 1531 da Don Antonio Moncada e chiamato all’epoca Monastero del Salvatore. Il convento ospitava le monache dell’ordine benedettino e venne ribattezzato Santa Croce dopo che la Contessa Luisa De Luna Moncada donò una Santa reliquia. Ma le suore del convento hanno lasciato in eredità dei prelibati dolci la cui ricetta è gelosamente custodita e che vengono realizzati solo in alcuni periodi dell’anno. Nel corso degli anni il monastero viene adibito a scuola e durante la Prima Guerra Mondiale, cambia nuovamente destinazione quando viene requisito dal governo. La Chiesa Santa Croce ospita ancora oggi un particolare crocifisso chiamato “Il Crocifisso della pietra”, rinvenuto nel 1660 raffigurante un’immagine del Crocifisso nota per la particolare venatura del masso. Nel piazzale antistante nel 1958 viene realizzato il monumento alla Madonna di Lourdes e a Santa Bernadette con annessa fontana.
A pochi passi dalla Chiesa Santa Croce si raggiunge la Via Re d’Italia, denominata in dialetto “‘A strata de Santi” (la strada dei Santi) per via delle molte processioni che durante l’anno la precorrono. Sulla via nascono molti palazzi storici e botteghe artigiane, ma soprattutto conduce ad altri quartieri storici di Caltanissetta: la Saccara e Santa Venera ora chiamato Santa Flavia. Il primo deve il nome alla caratteristica presenza nelle case del rione di recipienti interrati atti alla raccolta dell’acqua piovana, posti nella corte interno tipico delle case arabe. I viottoli stretti e riparati tradiscono l’antica origine medioevale del quartiere, che a Caltanissetta significa denominazione araba e dunque case vicinissime tra loro: per offrire ombra d’estate e proteggere dal freddo pungente d’inverno, oltre che garantire il riserbo degli abitanti ed in particolare delle molte donne, molto spesso sole a causa dell’assenza degli uomini che andavano nei campi a lavorare.
La zona offre un interessantissimo itinerario che mostra le tante anime della città storica, infatti percorrendo nuovamente la Via Re d’Italia si giunge a uno dei palazzi più belli della città, Palazzo Moncada. Sorto nel 1650 per volere di Don Luigi Guglielmo Moncada Conte di Caltanissetta per ospitare la sede del feudatario, ma destinato a divenire la grande opera incompiuta della città, dopo che Don Luigi Guglielmo Moncada venne richiamato in Spagna. L’opera, ad ogni modo, presenta numerosi elementi caratteristici come le figure zoomorfe e antropomorfe delle mensole progettate per abbellire e sorreggere i balconi, in realtà mai realizzati. Il palazzo progettato su tre elevazioni è interrotta al piano nobile e si sviluppa con un corpo allungato, visibile dal largo Barile e dalle vie laterali Salita Matteotti e Via Palazzo Paternò dalle quali è possibile ammirare la bellezza della pietra intagliata per le molte decorazioni, ricca di un’arenaria molto compatta, proveniente dalla molte cavi del territorio circostante. Il Palazzo Moncada è divenuto sede di mostre ed eventi culturali, oltre che ospitare, nell’area che nel progetto originario era il cortile interno, il Teatro/Cinema Bauffremont, dal nome della famiglia nobiliare che dopo molte vicissitudini e destinazioni, lo ha acquistato.
Modalità d'accesso
Strade pubbliche con possibilità di accedervi a piedi o in auto
Indirizzo
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Ultimo aggiornamento: 6 dicembre 2023, 09:28