Cos'è
Si terrà dal 2 al 31 maggio la mostra personale “Archetypos” di Giacoma Venuti, in arte “Giko”, nelle sale del primo piano di Palazzo Moncada (ingresso da Largo Barile).
Il lavoro di questa artista proprio come quello di altri, è legato a fatti o esperienze. Tutto ciò con cui viene in contatto rappresenta una possibile visione per una successiva rappresentazione, manifestazione dell’intelletto artistico comunque rappresentato.
Le opere in visione sono dedicate alla rappresentazione di un primo modello. Un qualcosa di facilmente accessibile e di primitivo affinchè la sua presenza sia universalmente riconoscibile. Ricerca come un’archeologa, un esemplare origine di una memoria collettiva al quale fare riferimento.
L’artista sceglie come soggetto/oggetto, il vaso di terracotta, contenitore , visione di un oggetto noto di uso comune dai tempi dei tempi, archetipo testimonianza della civiltà umana, che modifica concettualmente nella molteplicità delle tele, attualizzandolo all’oggi. “Questi vasi – spiega l’artista - non sono presentati come semplici oggetti, ma come contenitori di una energia imprigionata al loro interno. In molte opere utilizzo principalmente il bianco ed il nero per rappresentare questi contenitori di energia. Il contrasto di questi due colori crea dinamismo all'interno della rappresentazione del vaso e con l'uso sapiente del bianco e del nero attraverso giochi di luce ed ombra o campiture nette, contribuendo a creare una sensazione di tridimensionalità dando importanza visiva al soggetto”.
Non solo bianco e nero ma anche altri elementi cromatici intervengono nelle opere. L'introduzione del rosso pompeiano in sostituzione ora del bianco ora del nero, aggiunge un nuovo livello di significato e plasticità alle opere, genera un impatto visivo più forte e dinamico.
Le opere hanno un carattere espressivo ed impressivo, diversità nella pluralità, che si esprimono attraverso il simbolo che assume diversi sviluppi concettuali in virtù della nostra esperienza individuale che lo inserisce in un contesto unico e personale che appartiene alla coscienza condivisa. Con una tecnica che associa acrilici e vernici, l’Artista ottiene risultati dal forte coinvolgimento visivo ed emotivo, in una realtà prima e ultima di ogni cosa.
Biografia dell’artista
Giko (nome d’arte di Giacoma Venuti) è uno dei tratti più interessanti della rielaborazione pittorica moderna. Si forma seguendo un regolare percorso artistico, Liceo Artistico, Accademia di Belle Arti, Conservatorio Musicale. Allieva dei Maestri Italo Scelza e Xante Battaglia, espone per la prima volta nel 1985 con la mostra “Presente e Passato” tenutasi presso la Biblioteca Comunale di Reggio Calabria. Docente di discipline artistiche, esordisce nella sua città, Messina, nel 1993, con una personale dal titolo “Maree” tenutasi presso il Circolo della Stampa. Le opere, nel loro dinamismo fluttuante, catturano l’attenzione del coreografo americano Michael Yasenak che le farà danzare nelle sue coreografie con la Human Dance Company in palcoscenici italiani ed americani. La sua attività artistica si esprime in quegli anni, anche nell’ambito scenografico, realizzando gli apparati scenici di opere liriche tra le quali L’Elisir d’Amore, Il Filosofo di Campagna, Cavalleria Rusticana. Ricerca, sperimentazione, implosioni, inquietudini, esuberanza, vitalità prorompente. L’arte di Giko è permeata da molteplici aree di significanza. L’Artista, dopo le numerose partecipazioni agli eventi artistici degli anni ’80 che l’hanno vista presente a diverse manifestazioni da New York a Londra passando per Madrid, dagli anni ’90 inizia a svolgere l’attività artistica in modo professionale entrando a far parte del Gruppo Fabbrica / Transit che la presenterà ufficialmente quale artista del gruppo nella manifestazione tenutasi al Salone Italiano di Arte Contemporanea di Roma. In questo periodo sono da evidenziare le personali al National Museum of Fine Arts a Valletta (Malta), la partecipazione al Columbus Day a New York con alcuni suoi quadri oggetto di coreografia dalla Human Dance Company di New York (coreografo Michael Yasenak) , la presentazione dei lavori al Palazzo degli Affari di Firenze curata dalla Galleria d’Arte Mentana di Firenze, la selezione in rappresentanza dell’Italia, sezione grafica, nella manifestazione “EuropaischeGrafik-Sculptur nella quale una sua opera verrà scelta per rappresentare la manifestazione. Nel 2000, la sua ricerca artistica nel campo dell’arte contemporanea diviene protagonista, tant’è che le viene dedicata una conferenza all’interno di “Arte Padova”, una delle maggiori manifestazioni di arte contemporanea, dal Curatore della manifestazione e critico d’Arte Prof. Giorgio Segato e dal critico d’Arte Prof. Vito Cracas. Gli inizi artistici la vedono operare come colorista. Nelle sue pennellate dense e succose e racchiuso un inimitabile “logos” originale, vivacizzato da una sintassi cromatica (che a volte assume effetti luministici) di colori complementari che negli accostamenti, per lo più rosso-blu-verde crea nel respiro della forma linea, un contrasto dinamico di notevole effetto estetico. Giko, plasma, trasfigura, manipola i colori, fino a condurli dentro una nuova dimensione. Il colore diviene il veicolo trainante di un viaggio artistico assumendo il ruolo di protagonista, in cui l’Artista si muove senza condizionamenti o tabù. Dal 2012 inizia una nuova ricerca che vuole essere un’evoluzione della pittura statica che esalti il movimento intrinseco nell’opera attraverso uno studio fondato su fatti descrittivi e trasformandoli, avvalendosi delle moderne tecniche digitali che permettono di sviluppare un nuovo concetto di visione dell’opera. Da questa ricerca nascono le colorate visioni che trovano supporto in materiali quali il policarbonato, il vetro e quant’altro possa definire il suo concetto artistico che simboleggia il divenire dell’opera, che si struttura e destruttura formando significati molteplici e creando un movimento continuo. E il compendio di quanto detto è la mostra-installazione multimediale del 2017 presentata a Bucarest nei locali dell’Istituto Italiano di Cultura. I monocromatici. Il passo successivo è il graduale abbandono della policromia verso l’impiego di un solo colore, il nero/blu, che nelle sue tele assume un forte carattere esistenzialista, con forti connotazioni sociali, con un percorso artistico in cui materia e spiritualità si fondono per una narrazione visiva che, attraverso uno stile per certi aspetti registico e teatrale, veicola messaggi oltre l’arte stessa, toccando le corde profonde dell’anima e sollecitando una lettura empatica di matrice psicologica. Il non colore è la prosecuzione della sua ricerca. Una superficie nera dà all’Artista la possibilità di costruire con il solo uso del bianco una nuova narrazione. Un terreno fertile sul quale seminare nuova linfa artistica. Il bianco è la nuova luce che divelle le costrizioni che spesso, nelle stesse opere, si manifestano sotto forma di reticolati. L’energia sviluppata dalla luce, la port a sconfinare in nuove strutturazioni a schema libero. Ed al fine di contenere detta energia, la racchiude dentro una forma simbolo. Archetipo. La produzione artistica attuale si avvale di un modello, un archetipo, cui la tradizione fa riferimento. Un qualcosa di facilmente accessibile e di primitivo affinchè la sua presenza sia universalmente riconoscibile. Le opere nascono da forme derivanti dalle sue intuizioni artistiche e ci rivelano concetti aperti all’umana esperienza. Una lenta rimozione di sedimenti che nel corso dell’elaborazione artistica libera il simbolo, ricollegandolo ed unendolo alle sue radici umane e storiche, il tutto con una pittura determinata che dialoga con l’osservatore in una comune identità, unendo alle sue radici il presente e futuro della sua ricerca.
La mostra sarà inaugurata il 2 maggio alle ore 18:00 e proseguirà fino al 31 maggio dal martedì al sabato dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 17:00 alle ore 20:00
A chi è rivolto
Tutti
Date e orari
02 mag
31
mag
Costo
Gratuito
Luogo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 28 aprile 2025, 12:27